VINCENZO SAMMARTANO – Sembra non esserci pace per l’Europa. Crescono le tensioni, per certi versi accentuate dalla crisi Russa. Se chiedete oggi ad un croato, quale delle tensioni geo politiche sono più preoccupanti per l’Europa, la risposta è semplice: la nuova escalation di tensione nella Bosnia Erzegovina. Ed è proprio la risposta che ho ricevuto da amici e colleghi croati.
Tutta l’opinione pubblica, nonché l’informazione è focalizzata sulla guerra tra Russia e Ucraina. Ma la tensione all’interno dell’Europa sta salendo pericolosamente. Esattamente in quei territori che 30 anni fa sono stati teatro di combattimenti feroci, genocidi e massacri.
L’ex repubblica jugoslava della Bosnia ed Erzegovina è divisa in due zone: la Federazione croato-musulmana (51% del territorio) e la Repubblica serba di Bosnia (il restante 49%).
A governare la Bosnia ed Erzegovina, una complessa struttura politica che mira a garantire la sua stabilità. Infatti, la presidenza centrale della repubblica, ha al suo vertice tre membri in rappresentanza delle tre etnie: quella croata, quella serba e quella musulmana.
A far salire la tensione, la voglia di indipendenza della parte Serba, le imminenti elezioni in Bosnia, programmate per il prossimo ottobre 2022 ed i richiami dell’intervento russo, ufficialmente a difesa della provincia separatista del Dombass.
In questo scenario, le tensioni all’interno della Bosnia potrebbero essere collegate al conflitto in corso, ed un ulteriore escalation tra la Russia ed i paesi NATO potrebbe far accendere un’altra pericolosa miccia nel cuore dell’Europa.
Questo un ulteriore motivo per sperare che il conflitto termini velocemente, prima che si accendano altri focolai alimentati da vecchie e nuove tensioni.
Continui ritardi e fallimenti dei negoziati di pace tra Russia e Ucraina, porterebbero portare a serie conseguenze per l’Europa. Negli stessi luoghi che 3 decenni fa erano stati teatro di violenze e massacri.
