giovedì , 28 Settembre 2023

Greta, i Gretini e i Cretini: lotta al cambiamento climatico

VINCENZO SAMMARTANO – Cominciamo da qui. Era il 2019 quando abbiamo parlato di Greta Thunberg e del movimento Friday for Future. Ma anche degli effetti terribili del cambiamento climatico, incluso quelli che potrebbero interessare tante città costiere. Qui l’articolo:  

Friday for Future è stato sicuramente un passo in avanti verso la consapevolezza che una società basata sul consumismo non è più sostenibile. Tuttavia le proteste non sono bastate ad accelerare la transizione ecologica, che ha nella transizione energetica uno dei suoi pilastri portanti. Alla fine ci ha pensato la pandemia ad imprimere quell’accelerazione necessaria, assieme anche ad eventi meteorologici estremi che negli ultimi mesi hanno devastato varie parti del globo.

Così adesso, nonostante nessuno vuole ammetterlo, tanti, anche i più critici verso il movimento Friday for Future, sono diventati “Gretini”. Termine che non vuole essere un’offesa.

La neutralità di emissioni di CO2 già nel nel 2050 sembra, ai non addetti ai lavori, ancora molto lontano. Ma non è così. Da un punto di vista progettuale il 2050 è dietro l’angolo: ci sono le reti elettriche di distribuzione da ammodernare; c’è da definire un mix energetico (eolico, solare, gas, idrogeno, biomassa, …) che sia economicamente sostenibile; ci sono nuovi impianti da progettare, costruire e mettere in marcia. Il tutto per generare sufficiente energia ad un prezzo ancora competitivo e alla pari dei costi dell’energia prodotta da fonti fossili.  

E’ importante che l’opinione pubblica comprenda che la transizione ecologica ed energetica non sarà a costo zero. Avrà un impatto economico non indifferente per le imprese e per le famiglie. Non ci sono solo gli investimenti necessari per la produzione di energia, ma anche i costi dei disincentivi, con il costo della CO2 che ha superato i 50€/tonnellata e che si stima continuerà ad aumentare nei prossimi anni.  

L’unica via per abbassare il più possibile i costi della transizione energetica è, paradossalmente, quello di accelerare con la transizione stessa spingendo con progetti chiavi quali ammodernamento della rete elettrica di distribuzione e la realizzazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile sia on shore che off-shore capaci di generare energia a zero o basse emissioni di CO2.

Anche il gas naturale giocherà un ruolo importante nella transizione energetica nel prossimo futuro, poiché, a parità di energia prodotta, genera emissioni di CO2 equivalente inferiori. Il gas (come potrebbe essere il Nucleare – ma questo è un’altro capitolo) è importante ed indispensabile quanto sono le fonti rinnovabili. Infatti, c’è un limite tecnico che va preso in considerazione. Il 100% di energia prodotta da fonti rinnovabili non può permettere il bilanciamento delle reti elettriche (domanda-offerta), in quanto non sempre vento e/o luce solare sono disponibili al momento del picco della domanda. Per definizione le energie rinnovabili sono intermittenti e con curve di produzione energetiche non programmabili.

In conclusione, si dovranno realizzare opere che spesso l’opinione pubblica ha fortemente criticato come nuovi parchi eolici onshore e offshore, nuovi parchi fotovoltaici, nuove centrali a gas e a biomassa.

I rappresentanti politici nazionali, regionali e locali, così come le associazioni ambientaliste, dovranno cominciare a discutere e programmare la transizione energetica.

Avere più piste ciclabili invece che lunghe file di parcheggi a bordo strada dovrebbe essere naturale così come dovrebbe essere naturale andare a lavoro con mezzi pubblici e con le biciclette. Avere un parco eolico di fronte le nostre coste dovrebbe preoccuparci meno dell’innalzamento dei mari che farà scomparire molti tratti della costa italiana. Sostituire le centrali a carbone con quelle a gas dovrebbe essere normale amministrazione così come la costruzione di nuovi impianti per la rigassificazione del gas naturale. Ricominciare a parlare di nucleare, non dovrebbe essere più un tabù.

Invocare da un lato la transizione ecologica e ostacolare dall’altro la costruzione degli impianti che ci permettono di raggiungere la neutralità delle emissioni di gas serra, sarebbe come ammettere l’esistenza di una variante dei Gretini: i cretini. Ma questa è un’altra storia.

A proposito di Nicola Donato

"Essere scettici, realistici e prudenti è assolutamente necessario, altrimenti non si potrebbe fare il giornalismo". Il pensiero di Kapuscinski è anche il mio. Fin da piccolo sono stato sempre appassionato di giornalismo. A scuola fondai un giornalino dal nome "Fatti e idee". La mia passione fu alimentata negli anni novanta, in piena età adolescenziale, da mio padre che conduceva trasmissioni radiofoniche di carattere sportivo presso l’emittente marsalese Radio Azzurra. La passione per il giornalismo cominciò a diventare anche un lavoro a partire dal 2005. Ecco, in rapida successione, le mie esperienze maturate nel campo giornalistico: 2005 – 2007 Conduttore televisivo emittente Canale 2 Marsala; 2007 – 2012 Redattore presso il quotidiano “Il Corriere Trapanese”; 2012-2014 Telecronista Ermes Tv Marsala; 2014 a tutt’oggi direttore del periodico cartaceo “Leggo Città Marsala”; Dal 2015 a tutt’oggi conduttore televisivo presso l’emittente televisiva Canale 2 Marsala; Dal 2022 direttore dell'emittente televisiva Canale 2. Dal primo dicembre del 2019 Leggo Città ha stretto una collaborazione con un gruppo editoriale locale permettendo la nascita di Trileggo di cui ne sono il Direttore. 14/10/2018 Premiato come ospite d'onore alla 19ma edizione del premio Europeo Tindari; 16/01/2021 conferimento d'onore da parte della Fondazione Internazionale Papa Clemente XI di Tirana (Albania) quale membro d'onore per proficua attività giornalistica svolta.

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