
Il vincitore della 70esima edizione del Festival di Sanremo, è Diodato con il brano “Fai Rumore”. Al secondo posto si è classificato Francesco Gabbani con “Viceversa” e al terzo si sono classificati i Pinguini Tattici Nucleari con “Ringo Starr”. Il premio Premio della Critica Mia Martini e il Premio della stampa Lucio Dalla sono stati assegnati a Diodato con “Fai Rumore”. Il Premio Sergio Bardotti per il Miglior Testo è stato assegnato a Rancore con “Eden”. Il Premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale è stato assegnato a Tosca con “Ho amato tutto”. Il Premio Tim Music è stato assegnato a Francesco Gabbani con “Viceversa”.
La serata si è aperta con la classifica generale parziale delle prime quattro serate e l’inno di Mameli con la Banda dei Carabinieri. La kermesse è stata inaugurata da Michele Zarrillo e poi da Elodie. Mara Venier ha fatto poi il suo ingresso sul palco con il suo estro, scalza, attraversando elegantemente la scalinata del Teatro Ariston. Amadeus le ha consegnato simbolicamente le chiavi del teatro per la puntata di domenica. Si è esibito poi Enrico Nigiotti, Irene Grandi, Alberto Urso, Diodato, Marco Masini, Leo Gassmann, il vulcanico Piero Pelù con la sua irruenza punk che lo ha portato a calcare il palco dell’Ariston con su scritto sul petto “Tu 6 molto di più” e durante la performance ha preso una borsetta di una signora del pubblico, successivamente restituita da Amadeus alla legittima proprietaria.
E’ arrivato poi il turno di Levante e a seguire del tanto atteso Achille Lauro, che si è presentato sul palco vestito in total white, lasciando nello stupore persino la dirompente Sabrina Salerno che successivamente si sarebbe esibita in una provocante versione di “Boys boys boys”. Un cerchio rigido nella gonna che lo vestiva e che ricordava un grosso tendone da circo e un collare lussuoso al suo collo. Un abito che rievoca Elisabetta 1 Tudor, vergine sposa della patria, del popolo, dell’arte e difensore della libertà. “Sei talmente avanti che sei già a lunedì”, ha commentato Fiorello.
Il suo volto era mitragliato da perle e il suo lungo vestale poi si è sganciato dalla rigidità austera, per trasformarsi in un longilineo abito a palazzo bianco e rosso. Boss Doms, invece, presentava delle stalattiti color oro che scendevano dagli occhi e indossava pantaloncini come quelli di Angus Young degli AC/DC. L’esibizione si conclusa con un bacio sulle labbra tra i due musicisti. E’ toccato poi a Junior Cally, Raphael Gualazzi, Tosca, Francesco Gabbani, Rita Pavone, Le Vibrazioni. Il superospite Biagio Antonacci ha cantato “Ti saprò aspettare” e un medley “Iris/Quanto tempo ancora/ Liberatemi”. E’ toccato poi ad Anastasio, Riki, Giordana Angi, Paolo Jannacci, Elettra Lamborghini e Rancore.
E’ stato un Festival pieno di sorprese, applausi e colpi di scena inattesi. Amadeus si è rivelato un ottimo presentatore sotto ogni aspettativa e Fiorello si è rivelato essere il vero motore portante di tutto questo spettacolo, che tra mille difficoltà iniziali, i vari rallentamenti che hanno gettato luci e ombre e i tanti improvvisi e colpi di scena in corso d’opera, hanno portato in luce una conduzione impeccabile, ricca di colore e sfumature nuove, diverse che non si vedevano da molti anni su quel palco. La formula tra Fiorello e Amadeus ha funzionato molto bene, la chimica è riuscita benissimo, controbilanciandosi con tutte le alchimie che hanno attraversato questo grande fiume di musica, spettacolo e personaggi di varia forma e natura. Chi ci sarà al timone il prossimo anno? Ancora è presto per dirlo ma c’è già chi vorrebbe questa formula ancora una volta.