
Giacomo Frazzitta, legale della mamma di Denise Pipitone, scomparsa il 1° settembre del 2004 da Mazara del Vallo, nel corso di una diretta a Domenica In, è tornato a parlare della misteriosa lettera anonima arrivata al suo studio nel pomeriggio del 12 maggio scorso. L’Avvocato ha raccontato che nella lettera anonima sono riportati dei fatti importanti che riguardano la fase successiva alla scomparsa della piccola Denise: “ci sono elementi contenuti in essa che non conoscevamo. Non concentriamoci sempre e solo su Anna Corona e Jessica Pulizzi, dunque: abbiamo un quadro nuovo, interessante, dentro lo stesso puzzle. Non ci sono zingari o pedofili, ma nel puzzle compaiono altre figure. Era mezzogiorno, possibile che a Mazara del Vallo nessuno abbia visto niente?”.
La missiva anonima, quindi, fa riferimento alla presenza di più persone che conoscono la verità e, come ha detto l’Avvocato Frazzitta ai microfoni di Domenica In: “Il signore anonimo che ci ha scritto, ci ha indicato la presenza di tante altre persone che sanno cos’è successo quel giorno: quelle persone parlino, la Giustizia deve fare il suo corso”. Frazzitta ha poi aggiunto: “la fotografia che ci ritorna vede una fase e ripeto in quel momento Denise è viva. Ci dice che ci sono altre persone che hanno visto. La fotografia non inquadra la Corona e la Pulizzi. Questo non vuol dire che nel quadro generale non ci potrebbero entrare”. Secondo quanto affermato dall’Avvocato, quindi, in base al contenuto della lettera, sono diverse le persone a Mazara che sono a conoscenza di questa storia, testimoni oculari che da 17 anni rimangono in silenzio. Di chi hanno paura? Perché non parlano?
“Se il signore anonimo mi sta sentendo, ribadisco noi lo stiamo aspettando, stiamo aspettando il suo segnale e stiamo dicendo delle cose per tranquillizzarlo, mantenendo la massima riservatezza noi ti attendiamo caro anonimo sarai tutelato senza rischi per nessuno” . E’ l’appello lanciato dall’Avvocato Frazzitta all’anonimo che ha scritto la missiva.
Maria Angioni, ex pm che si è occupata del caso di Denise Pipitone alla Procura di Marsala, dall’ottobre 2004 al luglio 2005, esattamente un mese dopo la sparizione, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Mattino Cinque” dicendo: “Faccio una premessa: quando ho lavorato a Marsala, c’erano sempre diverse persone sulla strada che sembravano lì a far niente, ma dopo un po’ ho capito che erano sentinelle, non necessariamente della mafia, ma sentinelle di qualcosa che non è lo Stato. Mi sono detta che ci saranno state anche a Mazara del Vallo e che qualcuno non può che aver visto alcune scene del rapimento di Denise. Dunque, se questa bambina è stata presa da persone mosse da passione, da rabbia, da odio è possibile che ci siano state sentinelle che hanno mandato il messaggio ad altre persone che volevano bene alla bambina e che sono intervenute in un secondo momento, prelevandola e portandola via, perché la bambina era in pericolo, perché così com’era stata presa quel giorno, poteva anche essere presa in un momento successivo”. Ha poi aggiunto: “In questo modo si spiega perché c’era tanta gente sospetta.
Tutti naturalmente hanno agito cercando probabilmente di prendere in giro gli inquirenti, sia quelli che l’hanno rapita per farle del male, sia quelli che li hanno bloccati e l’hanno presa e portata lontano, in modo che nessuno potesse farle del male. Ecco, solo così, con una ricostruzione complessa, si spiega perché ci fosse tanta gente che ha tenuto comportamenti che fanno pensare un inquirente: non erano comportamenti cristallini”.