
L’associazione culturale Arco ha portato in scena “Istruzioni per diventare Tiranno”, all’interno della rassegna “a Scurata, cunti e canti al calar del sole – Memorial Enrico Russo”, organizzata dal MAC, Movimento Artistico Culturale, nella splendida cornice delle Saline Genna.
Lo spettacolo è stato interamente scritto, diretto e interpretato da Giacomo Frazzitta, con la presenza fondamentale sul palco dell’irriverente Federico Caruana e poi ancora Lea Fazio.
Le musiche sono state eseguire da Francesco Rallo, Giuseppe Lo Grasso e Roberto Gervasi che hanno creato suggestive atmosfere, arabescanti e sospese nel tempo, supportate dalla tromba di Aldo Bertolino che ha saputo tagliare un varco temporale in una tiepida giornata estiva, tra una danza e un tramonto alle spalle.

Tornare in scena dopo il lockdown non è stato certamente facile, per nessuno. Ricominciare nuovamente da capo, adeguarsi alle nuove disposizioni e cercare di spezzare un sorriso ad un pubblico che ha vissuto mesi duri come quelli appena trascorsi non è certamente facile. Eppure è successo.
“Istruzioni per diventare Tiranno” è riuscito a spezzare un sorriso al pubblico presente attraverso un racconto tanto attuale quanto sincero e onesto, colmo di passaggi che rispecchiano la debolezza del nostro tempo e la memoria storia che spesso viene spazzata via dalla politica estremista.

Giacomo Frazzitta ha saputo raccontare il presente e il passato, in modo ironico ma sincero, elegante ma slanciato. La storia di Dionisio I è diventata –per una sera- anche la storia di tanti marsalesi che, attraverso aneddoti autentici, hanno potuto assaporare il dramma di un presente incerto.
Una storia che non finisce di ripetersi, proprio perché la Sicilia è una terra governata da politici che hanno sempre avuto idee non molto distanti da quelle di Dionisio: stesse guerre, stesse sorti, stesse battaglie, stesse promesse. Non vi sembra un film già visto e sentito? “L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra… chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita”, asseriva Goethe.
