Una buona abitudine per evitare di incappare in fakenews o simili è approcciarsi alle notizie tramite fonti sicure e diverse; in alcuni casi confrontarsi con la stampa internazionale può diventare una insostituibile palestra.
Di seguito troverete la traduzione di un articolo di giorno 14/03 redatto dal dott. Thomas Frieden per la CNN.
Il dott. Frieden è un esperto in malattie infettive e salute pubblica, nonché ex direttore del CDC (Center for Disease Control and Prevention) ad Atalanta (USA). Frieden afferma: “Il Covid-19 è diverso dall’influenza e le azioni per contrastarlo devono cambiare”
Per chi parlasse inglese di seguito troverà il link dell’articolo in lingua originale.
(CNN: Former CDC director: Covid-19 is different from flu and we must respond differently- https://edition.cnn.com/2020/03/14/health/coronavirus-covid-19-flu-comparison-frieden-analysis/index.html)
Le informazioni di sotto contenute potranno per alcuni potranno essere chiarificatrici e per altri potranno risultare una semplice ripetizione. In qualsiasi caso:
Buona lettura!
“(CNN) Esistono sia somiglianze sia differenze tra il Covid-19 e il virus dell’influenza ma quello che sappiamo del nuovo coronavirus è veramente poco. Considerando quello che è avvenuto in Cina e quello che sta avvenendo in Italia è facile diventare fatalisti e dire: “Non c’è nulla da fare, prima o poi tutti verremo contagiati”. Ma niente è più lontano dalla verità.
Seppure metà delle persone a livello mondiale verrà infettata dal Covid-19 (il rapporto è alto ma nemmeno tanto certo) l’altra metà non contrarrà l’infezione. Eppure abbiamo molto da imparare da chi ha già contratto il virus perché da esso potremo conoscere il suo decorso e aumentare la possibilità di sopravvivenza.
Sintomi
Alcuni sintomi dell’influenza e del Covid-19 sono simili: tosse secca e febbre.
Il Covid-19 più spesso causa fiato corto e difficoltà respiratorie generiche- segnali che richiedono l’immediato intervento medico.
L’influenza invece causa acchiacchi, affaticamento, mal di testa e brividi, poco frequenti nel Covid-19.
La sindrome influenzale appare d’improvviso e peggiora in uno o due giorni. I sintomi del Covid-19 invece appaiono più gradualmente e peggiorano nell’arco di una settimana.
La buona notizia è che se starnutite o avete il naso pieno/che cola è probabile che abbiate contratto un comune raffreddore stagionale. L’ironia è che possibilmente lo stesso è causato da un ceppo meno virulento dei coronavirus.
Il Covid-19 è più infettivo dell’influenza.
Sembra che i soggetti infetti da Covid-19 contagino molte più persone rispetto a chi invece ha una semplice influenza, ecco spiegata la durata e la velocità dello spandersi dell’infezione.
Il Covid-19 ha più probabilità di uccidere dell’influenza.
I decessi per influenza hanno una media di 1 a 1000– soprattutto per anziani e persone con condizioni di salute precarie seppure vi siano casi fatali pure tra giovani e donne incinte-.
Non conosciamo la media esatta del Covid-19 a causa degli studi incompleti sui casi e le informazioni insufficienti sull’epidemia. Fino ad ora sembra essere molto più letale di una semplice influenza stagionale e probabilmente più mortale delle pandemie influenzali del 1957 e del 1968 (n.d.t rispettivamente l’influenza asiatica e quella di Hong Kong) ognuna delle quali uccise più di un milione di persone in tutto il mondo. Le suddette avevano una mortalità dell’1%- e il Covid-19 sembrerebbe avere una letalità di 1 a 100.
[…]I più a rischio, come nel caso dell’influenza classica, sono gli anziani e quelli con gravi quadri clinici: i malati affetti da patologie cardiache e/o polmonari e i pazienti oncologici o con diabete.
Inoltre le cause del decesso in un malato covid-19 e influenzale sono diverse.
Le morti per influenza sono provocate da polmonite batterica secondaria e arresto cardiaco che subentrano in seguito al debilitamento causato dal virus influenzale.
Con il COVID-19
Molti decessi sono causati dalla sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) che provoca edema polmonare – ossia il riempimento di polmoni già danneggiati con liquido- e porta il malato a ipossia– vale a dire rende difficile se non impossibile la respirazione.
A differenza della polmonite batterica, per la ARDS non esistono trattamenti farmacologici. Ecco perché la carenza di ventilatori– polmonari- è così pericolosa: sono l’unico supporto al malato Covid-19 per restare in vita mentre il suo organismo si riprende
Non esiste vaccino
Al contrario della classica influenza, per il Covid-19 non esiste vaccino e se non se ne troverà uno entro il prossimo anno e più probabile che non si troverà completamente.
Il vaccino influenzale è debole rispetto ad altri.
Normalmente in un anno un vaccino influenzale offre una copertura del 60% se è ben accoppiato al ceppo virale in circolazione, del 30% o più bassa se questo accoppiamento non è ben assortito. Per lo meno per l’influenza abbiamo un vaccino e per quanto possa avere una bassa efficacia aiuta a costruire un’immunità collettiva, che previene e prova a rallentare il diffondersi della malattia, riducendone spesso la gravità dei sintomi.
Non esiste cura
Ancora non esistono farmaci da poter utilizzare contro il Covid-19 nonostante già siano in atto studi clinici.
Per l’influenza il Tamiflu e altri farmaci antivirali riducono la durata della malattia e la gravità dei sintomi se già insorti da un paio di giorni. È un dato importante anche se gli antivirali non sono efficaci quanto gli antibiotici. Sintomi influenzali meno gravi riducono la necessità di assistenza intensiva e anche la mortalità.
Nessuna immunità
Il Covid-19 nasce da un nuovo virus ed è probabile che nessuno di noi sia naturalmente immune, a differenza dell’influenza. Fra molti anni una buona percentuale di popolazione sarà immune ai nuovi ceppi virali sia grazie ai vaccini sia grazie all’immunità acquisita.
Per esempio: durante la pandemia influenzale dell’H1N1 del 2009, le persone sopra i 35 anni d’età non manifestavano sintomi gravi grazie a quella immunità parziale acquisita dall’infezione da parte di un ceppo simile al suddetto.
Nella pandemia del 1918 invece, gli anziani correvano meno il rischio di contagio e di morte grazie all’immunità acquisita da ceppi virali precedenti.
Per quanto riguarda il Covid-19 ancora non esiste alcuna forma di immunità, almeno stando alle informazioni che abbiamo.
Il mistero è che i bambini non sviluppano sintomi gravi rispetto al resto della popolazione.
I bambini corrono meno rischi.
Una notizia positiva è che i bambini e gli adolescenti fino ai 18 anni sembrano non sviluppare i sintomi gravi del Covid-19. Possono essere contagiati, sì ma l’infezione che porta a rischi gravi è estremamente rara. Nonostante tutto non sappiamo quanto contagiosi siano i bambini che hanno contratto il Covid-19. Le persone asintomatiche generalmente sono meno contagiose e i bambini rientrano tra queste.
In breve, il Covid-19 è più infettivo e mortale dell’influenza. Abbiamo pochi mezzi e nessuna immunità naturale e sappiamo veramente poco su come contrastarlo.
Ecco perché è importante prendere delle misure cautelative.
Lavarsi le mani bene e spesso, non toccare superfici quando possibile, coprirsi col gomito quando si starnutisce ma soprattutto
STARE A CASA!
La chiusura di stazioni di lavoro e università è una misura necessaria e obbligatoria e la telecomunicazione è vitale.
Bisogna mantenere una distanza di sicurezza con le persone clinicamente vulnerabili (e non solo).
Ecco perché le residenze per anziani devono fare il possibile per prevenire l’entrata del Covid-19 dentro le loro strutture sia tramite visite sia tramite personale.
Gli assembramenti devono essere evitati per abbattere la curva epidemica e ridurre la possibilità di picchi che possano mettere in crisi il sistema sanitario.

Azioni preventive permetteranno una gestione migliore delle risorse sanitarie che rischiano di essere condotte a un punto di non ritorno in caso di picchi infettivi e relativi ricoveri.
[…]Ridurre i danni del COVID-19 è una nostra responsabilità tramite un atteggiamento proattivo sia a livello personale sia comunitario.
È troppo tardi prevenire il contagio nella nostra comunità ma di sicuro, collaborando tutti insieme si potranno limitare e rallentare i suoi effetti e potremo salvare delle vite.”