“Non dire che vuoi regalare: regala. Non riuscirai mai a soddisfare un’attesa”, scriveva Goethe. Il Natale 2019 è arrivato, molti lo attendevano con trepidante attesa, altri invece con assoluta indifferenza. L’anno appena trascorso non è stato certamente dei migliori sotto tutti i punti di vista; politici, economici e sociali.
Lo strascico di malessere sociale a cui abbiamo assistito, si contrappone all’opulenza che imbandisce le nostre tavole durante le festività. Sono stati mesi difficili, pieni di incertezze, odio disseminato sui social, oblio politico, razzismo incontrollato, violenza fisica e verbale lungo le strade del paese, crisi economica, mancanza di lavoro, giovani che sono andati via perché non hanno trovato nessuna stabilità. Un paese che ha visto morire in mare un numero imprecisato di innocenti; donne, uomini e bambini, che avrebbero semplicemente voluto una vita migliore.
Il presepe che ci racconta il nostro paese ogni giorno, non ha pastorelli laccati con la vernice spray e neppure montagne in carta pesta e laghetti artificiali realizzati minuziosamente con la carta stagnola e il gel per capelli.
No, il presepe a cui abbiamo assistito in questi mesi è il volto di una società che non si indigna per la morte di un bambino in mare, ma che si preoccupa per il regalo di Natale, per l’albero e quel presepe da realizzare, non tenendo conto che certe dinamiche, certe storie, non sono mai cambiate. Ma tutto questo sembra scivolare della coscienza di molti come l’acqua che sgorga su un letto di un fiume in autunno. Quindi per tutti il Natale continua ad essere cibo, giocata a carte, viaggi e divertimento.
La tradizione vuole che il Natale sia leggerezza, che le famiglie si riuniscano tutte insieme, tra tavole imbandite, cenoni che hanno un inizio ma non hanno una fine, tombola e simpaticissimi regali che non indosserà mai nessuno. Proprio così, il Natale rappresenta tutto questo ma anche l’unione tra le famiglie, tra gli amici e quell’altruismo che viene manifestato con un piccolo dono, mentre altri, in cucina, affannosamente preparano piatti in abbondanza e attendono l’ora fatidica per scartare i regali. Proprio in merito i regali, negli ultimi dieci anni è cambiato radicalmente l’approccio delle famiglie agli acquisti e se ne 2010 il 40% si recava ancora nei centri commerciali, oggi solamente il 25% lo fa, il resto usa i portali web.