Era il 26 novembre 2018 quando Don Alessandro Palermo, Sacerdote della Parrocchia di San Matteo, tramite una lettera aperta alle principali testate giornalistiche locali, denunciava lo stato di degrado in cui versava Piazza San Matteo ove è ubicata l’omonima Chiesa.
Ne riportiamo qualche stralcio.
“Piazza San Matteo, una delle piazze più antiche del centro storico di Marsala, risulta essere dimenticata e abbandonata […] l’accumulo di immondizia che alcuni cittadini maleducati… lasciano accanto la Chiesa è diventata ormai un’abitudine. Gente poco civile continua come se nulla fosse… ad abbandonare le proprie schifezze domestiche lungo l’angolo della parte della Chiesa di Via Punica e nei pressi dell’ingresso centrale sito accanto la Via Dagotti. L’immondizia cresce e rimane accatastata lungo la strada per giorni […]. Mi chiedo perchè questa Chiesa che è un monumento storico debba continuare a rimanere nell’ombra, immersa nel buio dell’indifferenza. I fari comunali, che dovrebbero illuminarla, risultano essere spenti da almeno tre anni. Nei dintorni non esistono più spazi che permettano ai cittadini di parcheggiare… il parcheggio comunale di Via G. A. Omodei è lasciato in mano ai delinquenti che chiedono il classico pizzo che se non viene dato, il cittadino rischia di ritrovarsi l’auto danneggiata […].
Spuntano regolarmente i vigili urbani per multare…le famiglie che devono per forza sostare qualche minuto sulla piazza per far scendere e accompagnare i propri figli. Infine…i festeggiamenti di Santa Lucia… anche quest’anno molti fedeli anziani e disabili non potranno recarsi in Chiesa… perchè è assente uno scivolo che permetta loro di entrare nell’edificio […]. Piazza San Matteo purtroppo ha la sfortuna di ritrovarsi in una parte del centro storico che oggi non interessa quasi a nessuno, eppure una volta… era uno dei centri vitali dell’intera città.
Auspico che a breve le autorità competenti possano intervenire…”.
A distanza di poco più di un anno, ci chiediamo: cosa è cambiato da allora?
Abbiamo sentito nuovamente Don Alessandro e sembra che qualcosa si sia smosso a seguito delle sue segnalazioni.

Ci dice: “Qualcosa è stato fatto, ma sicuramente si potrebbe fare di più per riqualificare una zona che a causa del degrado rischia di perdere la propria identità. Mentre la Via Punica ora risulta pulita, la Via Dagotti mostra ancora i segni di inciviltà di alcuni abitanti. Certi giorni sembra una discarica a cielo aperto e, quando soffia il forte vento di scirocco, vola di tutto. E certamente non è un bello spettacolo, specie quando in Chiesa si celebrano cerimonie o eventi religiosi di rilievo. Anche i residenti della zona si lamentano: bottiglie rotte, buste di plastica, muri imbrattati di scritte dipingono ancora uno scenario di incuria.
Per non parlare delle auto che corrono indifferenti al passaggio dei bambini che escono dal catechismo. In compenso, i fari comunali sono stati finalmente riparati. Per quanto riguarda lo scivolo per i disabili, mi rammarica che ancora non sia stato realizzato perchè questo impedisce a tante persone di presenziare alle funzioni religiose; in particolare alcuni componenti dell’Unione Italiana Ciechi, devoti di Santa Lucia, talvolta sono costretti a cambiare location per le difficoltà oggettive a partecipare alle manifestazioni in onore della Santa di cui la Chiesa ogni anno si fa promotrice.
Insomma sicuramente, non siamo in una situazione di emergenza ma si potrebbe fare di più per rendere la piazza degna della Chiesa che accoglie”.
Una Chiesa da sempre “baluardo della fede cristiana”, così come l’ha definita lo storico marsalese A. Genna per sottolinearne l’importanza e il valore non indifferenti.
Le prime testimonianze risalgono al XIV sec., probabilmente fu la sede vescovile di Lilibeo e il primo edificio cristiano all’interno delle mura della Marsala antica.
Nel corso del tempo ne è stata modificata la struttura; l’attuale edificio è un rifacimento degli anni 1775/1806. Inizialmente era a tre navate, oggi ha un unica navata centrale e tre altari per lato. All’interno contiene varie opere di prestigio.
Il campanile, un tempo torre di controllo della città medievale, agli inizi del ‘900, venne munito di un grande orologio.
La Chiesa è situata proprio al centro della piazza, cinta da una ringhiera in ferro, cui si accede da due scalinate: una principale proprio nella piazza, l’altra laterale dalla Via Punica.
Ma nella piazzetta non c’è solo la Chiesa. Tutt’intorno ci sono vari esercizi commerciali che portano nomi noti da generazioni nella memoria dei marsalesi, palazzi antichi e vivaci negozietti adornano le caratteristiche viuzze limitrofe, ognuna delle quali porta con un breve tragitto in “Piazza Loggia”, il salotto della città.
Una di queste stradine storiche, proprio a pochi metri da Piazza San Matteo, è la Via C. Isgrò, conosciuta come “la strada degli scarpari” perchè vi si susseguono tanti piccoli negozi di calzature. Da lì è recentemente partito, da parte dell’amministrazione comunale, un progetto di restauro delle principali edicole votive, volgarmente dette “fiureddre”, espressione dell’arte popolare e di una religiosità profonda e radicata. L’obiettivo sembrerebbe quello di creare un percorso delle edicole votive del centro storico, cercando di recuperare anche quelle ridotte in pessime condizioni, illustrandone iconografie e tradizioni. Quella di Via C. Isgrò, risalente alle fine del ‘700, sarà una delle prime ad essere restaurata e contiene una riproduzione scultorea della Madonna della Cava.
Tirando le somme, il processo di riqualificazione del posto sembra essere stato messo in moto, seppure proceda lentamente.
La speranza è che si alimenti, a partire dagli stessi cittadini, un sentimento di coscienza civica in cui l’agorà sia pensata come luogo da rispettare, condividere e di cui prendersi cura. Piazza San Matteo è un luogo raccolto, ma da sempre, in virtù di tutto questo, rappresenta uno spazio di aggregazione sociale, religioso, culturale, storico e commerciale.
Un cuore pulsante della città. È così che meriterebbe di essere considerata e trattata la “res publica”. A cominciare da noi.