
I dati diffusi dal dipartimento della Pubblica sicurezza della Direzione centrale della polizia criminale sono eloquenti: 84 femminicidi in nove mesi, da gennaio ad oggi. Gli ultimi femminicidi, in ordine temporale, hanno visto come protagonista Maria Rosaria Troisi, 38 anni, morta dissanguata a Battipaglia, dopo che il marito, Marco Aiello, le ha inferto una coltellata alla gola. Rosaria Di Marino, 75 anni, di Calvizzano, in provincia di Napoli, sparata dal marito, Luigi Abbate, e poi suicidatosi e Cosima D’Amato, 71 anni, di San Michele Salentino (Brindisi), morta carbonizzata per opera del marito Alberto Villani. A Pantelleria, infine, un uomo ha dato fuoco alla moglie.
Un mese di settembre carico di omicidi che hanno visto protagoniste le donne, oltre ai quattro casi citati precedentemente, ricordiamo ancora una volta il terribile omicidio / suicidio della 39enne Marisa Leo, originaria di Salemi, madre di una bambina di 4 anni e manager. Uccisa il 7 settembre con 3 colpi di fucile all’addome, fra Mazara del Vallo e Marsala, per mano dell’ex compagno Angelo Reina che poi si è tolto la vita.
In Italia il femminicidio non è attualmente un reato autonomo, ma sono diverse le norme introdotte per contrastare questo fenomeno, ma evidentemente ancora non sufficienti. Ricordiamo la legge 119/2013 o la 19/2019 denominata “Codice Rosso”. Una legge che vede tra le novità introdotte l’inasprimento delle pene, in particolare per i reati di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e stalking.