giovedì , 28 Settembre 2023

Guerra in Ucraina: un anno dopo

Il 24 febbraio del 2022 l’Ucraina veniva invasa dalle forze militari russe. Un’invasione su larga scala, con esplosioni in tutto il Paese, dalla Capitale fino a Odessa. Iniziava ufficialmente la guerra. Il mondo si svegliava con un occhio diverso, più triste e addolorato rispetto a prima. La speranza di una rinascita, dopo gli anni bui della pandemia di Covid-19, veniva spazzata via in un attimo. Il motivo della guerra? Oggi se lo chiedono ancora in tanti, molti invece preferiscono non saperlo e puntare subito il dito a Zelensky senza farsi troppe domande. Il Presidente Putin ritiene che la Russia abbia un “diritto storico” sull’Ucraina, che in origine faceva parte dell’Unione Sovietica. Ma sarebbe più corretto dire che quella di Putin è una prepotente forzatura storico-politica ad una nazione che ha saputo costruire la propria cultura e indipendenza. Putin non ha mai voluto interferenze da parte di nessuno, lo ha sottolineato nei primi giorni del conflitto, minacciando tutti quelli che si sarebbero messi di traverso e lo ha sottolineato esattamente un anno dopo, tornando a parlare nuovamente di attacco nucleare nel corso di un discorso che ha tenuto sullo Stato della Nazione alla sede del Gostiny Dvor a Mosca: “La forza di deterrenza nucleare della Russia è dotata al 90% di armi avanzate: un livello che dovrebbe essere esteso all’intero esercito” –aggiungendo- “non le useremo mai per primi ma se lo faranno gli Stati Uniti dobbiamo essere pronti. Nessuno deve farsi illusioni: la parità strategica non deve essere infranta”.

Con l’esplosione del conflitto in Ucraina le ripercussioni in Europa e in Italia sono state immediate: i prezzi di mais, olio, grano e soia sono infatti saliti alle stelle. Non solo il settore alimentare ne ha risentito ma anche il gas e l’energia elettrica. A seguito del conflitto Russo-Ucraino, infatti, il prezzo del gas anche è salito, quello del Petrolio ha raggiunto numeri mai visti da sette anni a questa parte. I costi del carburante e del gasolio hanno raggiunto 2 euro a litro, causando gravi problemi agli autotrasportatori: l’80% delle merci in Italia viaggia sui tir. Molte aziende non sono riuscite a rispondere alle esigenze del mercato perchéi prodotti provenivano direttamente dall’Ucraina o dalla Russia e a causa del conflitto non era possibile farli pervenire in Italia. Le piazze si sono improvvisamente riempite di lavoratori, cittadini armati bandiere blu e gialle per dire “no” alla guerra.  Anche la politica italiana si è dissociata da Vladimir Putin. La domanda però sorge spontanea ed è legittima: come è possibile che abbiano preso le distanze dall’oligarca russo soltanto adesso? Se ci fosse stata una maggiore presa di posizione da parte dei paesi europei e la volontà di trovare forniture energetiche diverse da Putin in tempi non sospetti, probabilmente le conseguenze economiche sarebbero state ben diverse e forse meno gravi.

Questa è una guerra di sabotaggi e sabotatori che giocano d’attacco e difesa, usando anche mezzi informatici per annientare il nemico, oltre alle bombe. Una guerra di guardie e ladri, spie e spiati, proprio come nei film. Qui però non siamo in un film e il finale non lo conosciamo. Siamo spettatori e protagonisti di una storia ancora tutta da scrivere, con tante vittime che da un giorno all’altro hanno visto la propria casa spazzata via da una bomba e i propri cari mandati a combattere e uccisi. Una quotidianità cancellata per sempre, tra la fuga di chi cerca di scappare al confine e chi invece si nasconde all’interno dei bunker, in attesa che arrivi il momento giusto. Quando finirà questa guerra? Finirà davvero con un negoziato, come asserisce il generale americano David Petraeus? Secondo Zelensky, invece, non ci sarà nessun accordo per la cessione dei territori alla Russia perché il compromesso territoriale potrebbe indebolire l’Ucraina. Sempre secondo il leader di Kiev il problema non è “il compromesso in sé, ma con chi. Con Putin? Con lui no, perché non c’è fiducia. Non posso dialogare con lui perché non mi fido”.


A proposito di Angelo Barraco

Angelo Barraco, classe 89, è un giornalista siciliano, precisamente di Marsala, in provincia di Trapani. Curioso, attento ai dettagli, negli anni ha collaborato per numerose testate giornalistiche territoriali, nazionali, internazionali, sia cartacee che web. Ha scritto di politica, attualità, economia, territorio, cronaca nera, recensioni letterarie e musica. Ha intervistato molti importanti esponenti della società contemporanea che hanno tracciato un solco indelebile nella cultura e nella storia moderna.

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