
Nella tarda mattinata di oggi, venerdì 19 novembre, gli studenti di Roma, Torino, Napoli e Milano sono scesi in strada a protestate: “siamo il futuro che si ribella”, recitava lo striscione alla testa del corte. Musica in sottofondo in tutte le città e forze dell’ordine per evitare possibili scontri. A Milano erano presenti bandiere con sfondo rosso e bianco e la freccia, appartenenti all’Unione degli studenti, ovvero l’associazione studentesca italiana di ispirazione sindacale che unisce gli studenti delle scuole superiori e fa parte della OBESSU, l’organo europeo che unisce le principali associazioni studentesche. Non sono mancati gli insulti al Sindaco Sala. Nel capoluogo lombardo, gli studenti al megafono hanno parlato di diritto allo studio ma anche di lavoro e delle difficoltà che ci sono in una società sempre più complessa che non crea aspettative per il futuro ma più delle volte induce i giovani a lasciare la scuola, l’istruzione. “Ma quale futuro, ripartiamo dalla scuola” riportava lo striscione in testa al corteo di Roma, mentre a Torino c’era scritto “Siamo il futuro ma senza un futuro”.

Clima di manifestazione studentesca degli anni ’70? Macché! A Torino c’era musica elettronica diffusa da un camion in testa ad un corteo! Quanto più vicino all’atmosfera di un rave party o di un concerto di fine anni ’90 in un piccolo club. Un contesto che rendeva nebuloso e poco chiaro il motivo della manifestazione: pochissimi slogan, poche spiegazioni al megafono e comunicazione quasi assenti, in una piazza silenziosa ma concentrata a ballare. Gli slogan in piazza e in strada, a Torino, si incastravano timidamente tra i silenzi di una musica che -nella delusione generale- veniva interrotta, talvolta anche per errore. Chiaramente, la musica, per quei giovani rappresentava l’attrattiva principale rispetto al grido di protesta che, invece, avrebbe dovuto far capire maggiormente le ragioni della loro protesta a molte persone che, invece, non lo hanno compreso fino in fondo. In alcuni casi, i giovani manifestanti hanno persino preso in prestito, forse inconsapevolmente o forse no, uno slogan tanto amato e utilizzato dai movimenti No Green Pass: “se non cambierà bloccheremo la città” e poi “se non cambierà lotta dura sarà”. Un clima festoso, con musica tecno house o baby dance in sottofondo, poi ancora balli di gruppo e quanto di più vicino ci possa essere alle atmosfere si possono respirare in un pomeriggio d’estate all’Aquafan di Riccione. Ci mancava soltanto una lezione di acquagym e un open bar e poi era tutto perfetto! “So’ ragazzi!”, avrebbe detto il grande Gigi Proietti.