
Il Coronavirus sembra non volersi arrestare nella sua silenziosa corsa e continua ad estendersi a macchia d’olio in tutto il globo. In Italia sono attualmente 62013 i casi positivi, 8165 i deceduti e 10361 i guariti. Per contrastare la propagazione del virus Covid-19, sono state messe in atto delle misure di contenimento con un’ordinanza firmata dal ministero della Salute, Roberto Speranza. Un distanziamento sociale ormai divenuto necessario per contrastare la diffusione del virus e un comportamento individuale essenziale per vincere una battaglia silenziosa che si combatte giornalmente lungo le corsie degli ospedali e tra le mura domestiche.
La paura di un male silenzioso e ignoto, viene amplificata quotidianamente da sfondi grigi che si dissolvono oltre le grate delle finestre delle case dentro il quale si consuma quotidianamente la quarantena. Parchi, ville, giardini pubblici, aree gioco chiusi sono e vige l’obbligo assoluto di restare a casa. La paura improvvisa ha interrotto ogni forma di quotidianità, annullando gli abbracci e le strette di mano. Gli ospedali si riempiono ogni giorno di contagiati e di morti che non riescono a trovare un riposo eterno nei cimiteri e l’ultimo saluto si trasforma in un momento di silenzioso sconforto e profondo dolore.
Questo è un periodo storico che certamente rimarrà impresso nella memoria di tutti perché all’emergenza sanitaria, si affianca anche l’emergenza psicologica. Il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi (Cnop) ha promosso l’iniziativa #psicologionline in cui è possibile, attraverso il sito Cnop, prenotare un teleconsulto gratuito con lo psicologo o psicoterapeuta più vicino. Anche la Società Psicanalitica Italiana (Spi) ha messo a disposizione un servizio di ascolto e consulenza gratuita per problematiche connesse al Coronavirus.
Le restrizioni hanno portato alla chiusura di teatri, cinema, sale giochi, centri culturali, centri sportivi, scuole università, attività commerciali, imprese e molto altro. Molti iniziano già a sentire la fatica di queste restrizioni perché impossibilitati a reperire le risorse finanziarie per acquistare i beni di prima necessità per sopravvivere.
Come fare? Come aiutare chi sta vivendo un momento di estrema difficoltà e non può lavorare? Come affronteranno i prossimi mesi tutti coloro i quali non hanno mai avuto lavori stabili? Come faranno la spesa costoro? Cosa daranno da mangiare ai loro figli? Serve un aiuto concreto, adesso.
Un’idea potrebbe essere quella della spesa solidale, con un’area apposita all’interno dei supermercati con i prodotti alimentari primari necessari e di largo consumo messi a disposizione per chi ne ha bisogno e che in questo momento così difficile sta attraversando difficoltà economiche per la mancanza di lavoro per gli anziani o chi vive per strada, ai margini della società e non può permettersi un pasto.