
Quando meno ce lo aspettiamo, certe cose che solo un giorno prima apparivano normali e abitudinarie, il giorno dopo invece, per cause improvvise e del tutto inattese, diventano termometro sociale del nostro quotidiano.
La “spesa” al supermercato degli italiani nei giorni di quarantena, assume un ruolo fondamentale nella nostra società perché veicola le abitudini e le scelte che fungono da precisa direzione nel cammino dell’economia nazionale in totale antitesi con un consumismo che si espande figlio di una aggressione mediatica pubblicitaria che distorce gli italiani dai reali bisogni.
Una sorta di malsano percorso preferenziale creato ad hoc e servo di un capitalismo finalizzato al procacciamento cieco e forsennato di denaro. Una ossessione che da sempre si spinge oltre il normale procacciamento del cibo quotidiano.
Come non citare a proposito un immenso Gian Maria Volontè nel capolavoro cinematografico diretto da Elio Petri del 1971 “La classe operaia va in paradiso”; in un dialetto lombardo stretto e dissonante, urla alla moglie “La Speuusa!” come chiodo fisso e motivo esistenziale di una vita in perenne contradizione tra lo stipendio che consente l’acquisto di generi alimentari per vivere e un lavoro spesso pesante e faticoso teso a consumare il proprio fisico allo stremo.
Gioie, dolori e compromessi che oramai sono dentro di noi e con cui conviviamo senza pensarci piu di tanto ma che misurano il nostro stato di salute e percezione della realtà.
Da poche settimane la pandemia del CoVID-19 che angoscia e che impone responsabilità di non poco conto, ci costringe a pazienti file nei supermercati e tuttavia nel capoluogo siciliano si registra un comportamento genericamente lineare e corretto.

Le derrate alimentari non mancano e i carrelli, ovviamente, appaiono più pieni del solito e non certo per un insensato panico di una improvvisa e pestilente carestia (spesso esclusa in alcuni messaggi e interventi del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e non solo), ma per limitare quanto più possibile esposizioni a rischio di contagio da una eccessiva frequenza nei supermercati.
Quel che incuriosisce e che suscita una pacata e simpatica ilarità sono alcuni prodotti di largo consumo normalmente reperibili e divenuti improvvisamente difficili da trovare negli appositi scaffali come le farine, il lievito, e vari preparati specifici; segno evidente come la paziente quarantena delle famiglie italiane diventa occasione piacevole di festa con pizza, dolci e torte fatte in casa in un raccoglimento caloroso e fiducioso nell’attesa della fine di una pandemia che quotidianamente miete troppe vittime ancora.
L’attesa e la fiducia sono due componenti essenziali che il Sud in maggioranza al momento sembra aver perfettamente recepito. Slogan, comunicati sociali del Dipartimento della Protezione Civile così come gli interventi di personaggi del mondo della musica, del cinema e della televisione incoraggiano e rafforzano quel carico prezioso di pazienza e ottimismo indispensabili per tutti.